Quando si parla di orto e giardino, spesso ci si concentra sulle tipiche verdure solanacee come pomodori, peperoni e melanzane. Tuttavia, esistono tante altre specie vegetali ricche di proprietà nutritive da poter coltivare, come quelle appartenenti alla famiglia delle Cucurbitacee e delle Crucifere.
Tra le prime spiccano zucchine, cetrioli, meloni e angurie, ortaggi caratterizzati da un elevato contenuto di acqua e sali minerali oltre a vitamine, in particolare la C e le del gruppo B. Le Crucifere come cavoli, broccoli e cavolfiori sono note per l’abbondanza di sostanze antitumorali come i glucosinolati; inoltre appaiono ricche di fibre e contengono carboidrati complessi.
Anche ortaggi come carote, sedano e finocchio sanno offrire notevoli benefici grazie ai pigmenti antiossidanti presenti. Averne a disposizione consente di creare gustosi piatti vegetariani e insalate fresche in ogni stagione.
Cosa sono le solanacee
Le solanacee sono una famiglia di piante erbacee e arbustive appartenenti all’ordine delle Solanales. Comprendono numerose specie dall’elevato valore agronomico e alimentare, tra cui i più noti sono pomodori, melanzane, peperoni.
Le solanacee si caratterizzano per la presenza nel loro metabolismo di particolari composti chimici come gli alcaloidi e i glicoalcaloidi, tra cui la solanina, una tossina naturale dannosa in alte dosi.
Ciononostante, le proprietà nutritive di queste piante come i carotenoidi, i flavonoidi e i folati le rendono importanti componenti della dieta. Nel territorio italiano le solanacee crescono spontaneamente o sono coltivate in orti, giardini e coltivazioni intensive. Tra le specie spontanee vi sono il morello, la mandragora e il tabacco.
La cucina mediterranea e non solo si avvale da tempo delle proprietà salutari e gustative di pomodori, peperoni, melanzane e patate, che sapientemente preparate sono apprezzate in tutto il mondo.
Cos’è una infiammazione dell’organismo
L’infiammazione è la risposta immune del corpo a stimoli dannosi, grazie alla quale i globuli bianchi producono citochine per combattere agenti estranei o cellule danneggiate. Generalmente questa reazione è utile e passeggera, ma in alcune patologie il sistema immunitario attacca erroneamente tessuti sani, provocando infiammazioni croniche e dannose.
È il caso di artrite reumatoide, psoriasi, morbo di Crohn e colite ulcerosa, dove si verifica un’infiammazione persistente degli articolazioni, della pelle o della mucosa intestinale. Un’infiammazione lunga nel tempo può avere ripercussioni negative, causando dolore, tessuto cicatriziale e danneggiamento degli organi.
Curare le patologie infiammatorie significa modulare la risposta immunitaria per evitare che colpisca i tessuti sani. Una dieta antinfiammatoria può contribuire a ridurre i livelli di infiammazione nell’organismo.
Attenzione alle solanacee contenuta nelle verdure
Tra le verdure che possono contribuire ai processi infiammatori rientrano le solanacee come peperoni, melanzane, pomodori, patate e peperoncino. Questi alimenti contengono alcaloidi quali la solanina, composti tossici e infiammatori se ingeriti in eccesso.
Oltre alle solanacee è bene limitare anche altri vegetali ricchi di alcaloidi infiammatori, come i carciofi. In presenza di patologie croniche che comportano infiammazione persistente come artrite, psoriasi o malattie intestinali, è consigliabile privilegiare alternative come crucifere, zucchine, cicorie e lattughe, nutrienti ma prive di effetti negativi.
Orientarsi verso un’alimentazione antinfiammatoria può alleviare molti disturbi e migliorare lo stato di salute generale, grazie alla riduzione dei livelli infiammatori nell’organismo.
In sostituzione delle solanacee, esistono verdure ad azione antinfiammatoria
Quando si devono limitare le solanacee, è possibile ricorrere a verdure dotate di una marcata azione antinfiammatoria, particolarmente indicate in caso di patologie croniche. Tra queste spiccano le crucifere come cavoli, broccoli e verze, ricche di glucosinolati dalle note proprietà antitumorali.
Ottimi anche spinaci, lattughe, cicoria, carciofi e zucchine, alimenti in grado di contrastare efficacemente i processi infiammatori grazie al loro elevato contenuto di nutrienti. Prediligere il consumo di questi ortaggi in sostituzione delle solanacee consente di assumere tutti i benefici derivanti da una dieta antinfiammatoria, alleviando molti disturbi legati a patologie infiammatorie croniche.
Scegliere ingredienti vegetali dall’azione antinfiammatoria è quindi importante per mantenere buoni livelli di salute e benessere.
Quali sono le verdure antinfiammatorie
ra le verdure con spiccate proprietà antinfiammatorie rientrano in particolare:
- Le verdure a foglia verde come cavoli, broccoli, biete, spinaci, ecc. Ricche di nutrienti quali vitamine A, C, K e folati, oltre che di minerali e fitochimici come i glucosinolati dall’effetto protettivo.
- Le crucifere come cavolfiori e cavoli di Bruxelles, note per il contenuto in sostanze antinfiammatorie e antitumorali.
- Carote e peperoni gialli, arancioni e rossi, grazie alla presenza di carotenoidi e antocianine dall’azione antiossidante.
- Cicoria, indivia e lattuga per i flavonoidi, i minerali e le vitamine che supportano la funzionalità epatica e intestinale.
Queste verdure dovrebbero essere consumate regolarmente nell’ambito di una dieta equilibrata poiché capaci di ridurre lo stato infiammatorio cronico nell’organismo.
Le solanacee posso causare allergie
È importante fare chiarezza tra allergia e intolleranza alle solanacee. L’allergia è una reazione immunitaria ad una sostanza come le solanacee, che provoca una serie di sintomi variabili da lievi a gravi, come prurito, gonfiore, rash cutanei o possibili anafilassi.
L’intolleranza non coinvolge direttamente il sistema immunitario, ma si verifica quando il corpo fatica a digerire e metabolizzare alcuni componenti delle solanacee, causando disturbi gastrointestinali o altri fastidi. Rispetto all’allergia, l’intolleranza tende ad essere più comune e i sintomi sono generalmente meno gravi.
È importante riconoscere la differenza per gestire correttamente le possibili reazioni avverse a queste piante, mediante l’esclusione dalla dieta o l’assunzione di farmaci in caso di allergia verificata.
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