Le cime di rapa sono un ortaggio invernale molto diffuso nella cucina mediterranea, dalla Puglia alla Campania. Per ottenere abbondanti raccolti è importante effettuare una corretta semina, conoscendone nel dettaglio i tempi di germinazione. Questi possono variare in base a diversi fattori, tra cui il periodo scelto, la varietà coltivata e le condizioni climatiche.
Generalmente per le cime di rapa il tempo medio necessario affinché il seme germogli si attesta sui 7 giorni. Tuttavia è importante porre alcune avvertenze: il terreno deve essere morbido, drenato e ricco di sostanza organica, con PH intorno a 6-7; la temperatura ottimale per la germinazione è di 25°C; la profondità a cui interrare il seme non deve superare i 2-3 mm.
Solo rispettando queste condizioni la gemma potrà assorbire la giusta quantità d’acqua e sostanze nutritive per sprigionare in tempo utile il germoglio. Condizioni sfavorevoli, come terreni compatti, basse temperature o semine troppo profonde, possono allungare i tempi di germinazione anche di una settimana.
Storia e caratteristiche botaniche delle cime di rapa
La cima di rapa appartiene alla famiglia delle Brassicacee ed è originaria del bacino del Mediterraneo. Fortemente legata alle tradizioni alimentari dell’Italia centro-meridionale, dove si concentra la maggior parte della produzione, è particolarmente diffusa in Puglia, dove viene considerata elemento chiave della cucina locale.
Si tratta di una pianta erbacea annuale, con fusto corto da cui si sviluppa una rosetta di foglie e infiorescenze giallastre che costituiscono la parte commestibile. Le varietà si differenziano per ciclo colturale, da 50-60 giorni per le precoci a oltre 150 per le tardive, e portamento della pianta.
Esigenze pedoclimatiche delle cime di rapa
Le cime di rapa si adattano alle coltivazioni mediterranee e non tollerano temperature sotto i 5°C, cessando la crescita. Crescono bene in terreni sciolti e mediamente fertili, con PH 6-7, soleggiati. Necessitano irrigazioni costanti soprattutto durante i periodi caldi.
Nelle zone settentrionali è consigliabile seminare varietà precoci per anticipare la raccolta e schivare il freddo, mentre al sud vengono coltivate anche varietà tardive.
Tempi di semina e trapianto delle cime di rapa
La semina avviene da luglio a settembre, più precocemente al nord. Le file distano 30-50 cm, le piante 25-30 cm. Germinano in 7 giorni a 25°C. Il seme va interrato per 2-3 mm.
È possibile seminare a file continue o a spaglio, diradando le piantine a 4-5 cm. In orto è preferibile il vivaio, togliendo le piante in eccesso per 25-30 giorni fino a raggiungere i 10 cm, quindi trapiantandole. La varietà quarantina si presta a semina diretta.
Fertilizzante ideale
Le cime di rapa hanno esigenze nutrizionali moderatamente basse per azoto, fosforo e potassio. È indicato coltivarle dopo colture intensive che abbiano lasciato residui di fertilizzazione come lo zucchino, in modo da sfruttare le sostanze nutritive residue nel terreno.
È importante però non esagerare con concimazioni organiche, dato che questo ortaggio tende ad accumulare nitrati potenzialmente dannosi per la salute umane se presenti in eccesso. Meglio concimare solo terreni sfiniti, agendo con criterio per favorire produzioni di qualità nel rispetto dell’ambiente.
Cure colturali ed irrigazione
Dopo il trapianto e per tutta l’estate è importante irrigare le cime di rapa regolarmente ogni 3-4 giorni, valutando le condizioni meteo. Le annaffiature devono essere abbondanti ma senza causare ristagni, per evitare problemi fitosanitari e asfissia radicale.
Nelle prime fasi di crescita può rivelarsi utile estirpare le erbe infestanti che competono con la coltura, manualmente o con attrezzi. In seguito la chioma della cima di rapa diventa fitta e impedisce la rinascita di altre piante.
Quanto produce una pianta di cime di rapa?
Ogni pianta di cima di rapa fornisce un discreto raccolto. Per metro quadro è possibile raccogliere tra 1,5 e 2,5 kg di prodotto.
Questo dato può variare in base al terreno, alle condizioni climatiche e al tipo di varietà coltivata, con rendimenti leggermente superiori per le piante di grandi dimensioni rispetto a quelle precoci. Con una densità di impianto di 2-3 piante ogni metro quadro, una piccola coltivazione casalinga può garantire abbondanti scorte dell’ortaggio per diversi mesi.
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